Tecnologia e Società

La comunicazione diventa conversazione grazie ai Bot, Agents e BigData

Quest’oggi ho effettuato un intervento ad un seminario organizzato da Utilitalia che aveva come focus la comunicazione digitale per i servizi pubblici.

Condivido una slide che secondo me è significativa e che permette di trarre spunti per contestualizzare la situazione nella quale ci troviamo ed evidenziare alcune delle nuove opportunità di comunicazione a nostra disposizione.

Gli elementi chiave secondo me sono:

  • Alcune forme di comunicazione come il volantinaggio e gli SMS resistono alle nuove tendenze 5B volantini stampati ogni anno in Italia e 19B di SMS inviati ogni giorno nel Mondo)
  • Le comunicazioni monodirezionali si stanno sempre più trasformando in conversazioni su mezzi come WhatsAPP, Messenger, Skype e WeChat (60B messaggi scambiati via WhatsApp + Messenger)
  • L’interazione in linguaggio naturale con gli Assistenti Digitali sta diventando sempre più frequente e con l’affiorare di nuovi dispositivi che integrano questi servizi (pensiamo a Siri, Cortana, Google Assistant etc…) ci aspetta una crescita che porterà le ricerche vocali al 50% del totale entro il 2020
  • Una comunicazione, è uno scambio di dati. Ma ad oggi chi sviluppa piani marketing o strategie aziendali, non sta ancora sfruttando a dovere questo stream di dati, che in realtà permetterebbero di anticipare situazioni come guasti\disservizi in una determinata aree, richiesta di informazioni e così via.

Chat_BigData

Ad oggi ad ogni modo tutto il sapere del web e delle conversazioni è usato da pochi player come Google, Microsoft, Amazon e Facebook, che si stanno occupando di creare servizi di Intelligenza Artificiale in grado di rispondere a domande generiche. Vedasi l’esempio di XioaIce in Cina dove gli utenti impiagano svariati minuti per capire che chi sta rispondendo non è un umano ed hanno risposte personalizzate in base alle informazioni precedentemente condivise (E.g. Se si ha un gatto e nella città dove si risiede vi è una mostra felina della quale molte persone ne stanno parlando, può essere che XiaoIce chieda come sta il gatto e se l’utente intende partecipare alla mostra).

Le opportunità sono reali. Le implementazioni ad oggi non sono ancora così diffuse come potrebbero.

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Artificial Generic Intelligence – Insegnare alle macchine il giusto

Quando si parla di Artificial Generic Intelligence, si parla di quel processo che permette di insegnare alle machine a scegliere ed agire correttamente secondo determinati schemi che sono dettati dalla collettività.

Di solito lo si fa insegnando alla macchina con esempi (Supervised Machine Learning). Do in pasto alla macchina una serie di esempi buoni e di esempi cattivi e la macchina impara a distinguere e scegliere. Semplice no? NO.

In realtà la difficoltà che avremo sempre più, è gestire eticamente i modelli giusti verso quelli sbagliati. Se pensiamo all’essere umano, ad oggi ogni uno di noi può avere un punto di vista diverso su un determinato argomento. Un esempio banale è quello della risposta che si può avere alla domanda: “Essere vegetariani è giusto?”. Riceverei mille risposte diverse. Quale è la risposta giusta che dovrebbe dare la macchina?

Delle regolamentazioni in tal senso potrebbero aiutarci ad evitare che la risposta di un robot sia troppo sbilanciata (biased) e fuorviante.

Il tema della qualità dei dati da utilizzare è un elemento fondamentale per i sistemi basati su reti neurali che utilizzano logiche di Machine Learning supervised. Ad oggi non esiste una regolamentazione ed ogni compagnia sta utilizzando il proprio buon senso per gestire la questione rispettando i propri valori etici.

Anche a questo dovrebbe servire la Partnership on AI che vede i grandi colossi tecnologici impegnati a trovare una soluzione

Partnershiponai

 

 

 

Per chi volesse approfondire il tema, c’è un bell’articolo di TechCrunch che tratta il tema in lingua inglese:

“A biased world can result in biased data sets and, in turn, bias artificial intelligence frameworks”

 

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Noi parliamo e WeChat ascolta…

Ho recentemente visto un interessante video che racconta come la tecnologia può trasformare le società e il loro modo di fare business, impattando allo stesso tempo i giochi di potere.

In questo video del New York Times si racconta di come WeChat stia diventando un hub che centralizza molte delle operazioni che solitamente vengono svolte da più operatori (e magari anche in luoghi diversi). We Chat nasce come un’APP per chattare gratuitamente sfruttando la connessione dati (come WhatsApp, Viber…). A differenza degli altri prodotti, riesce però ad offrire sempre maggiori servizi ai suoi utenti e ad oggi attraverso WeChat (senza mai lasciare l’APP) posso trovare e prenotare un tavolo al ristorante, effettuare pagamenti o comprare titoli azionari.

We ChatOvviamente per molte delle Big company del mondo Internet, i dati dell’utente sono il vero valore. WeChat è quindi in grado di sapere cosa 700M di persone si dicono, dove mangiano, dove si incontrano, cosa comprano e le loro abitudini, il tutto grazie alle informazioni raccolte dal telefono e scambiate all’interno dell’APP.

Quindi non si tratta più di avere bisogno di andare nel negozietto sotto casa a fare la spesa prima di cena,  ma si tratta di comprare oggetti che potrebbero esserci proposti ed inviati a casa da negozi che nemmeno conosciamo, ma che conoscono noi meglio del negozietto sotto casa che ci ha visto negli ultimi 10 anni almeno due volte a settimana

Questo scenario apre inoltre altre questioni interessanti:

  • Per poter operare in Cina bisogna stipulare degli accordi di “censura” e apertura verso il governo delle informazioni raccolte dai propri servizi
    • Quali informazioni sono censurate e quali sono passate al governo? Lo sanno questo gli utenti
  • Il governo Cinese è famoso per il controllo del Web (the great firewall)
    • Cosa se ne farà dei dati? Ho qualche idea, ma sarebbero delle pure supposizioni…
  • Il poter accentrato di un solo operatore, può facilmente storpiare un mercato
    • Ad esempio un accordo fra WeChat e una società che vende telefonini, potrebbe portare gli utenti ad acquisire un prodotto con un rapporto qualità-prezzo scadente rispetto a quello che potrebbero acquistare dal leader di mercato

Il breve video riguardante la Cina e WeChat. E’ in lingua Inglese ma le immagini aiutano a comprendere come la tecnologia può cambiare il modo in cui un paese può essere governato e con se come il rapporto fra acquirente e venditore può essere alterato.

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Intelligenza Artificiale e umanoidi. Siamo poi così lontani?

Ho recentemente visto questo servizio che racconta (in Inglese) a che punto siamo con le varie tecnologie che potrebbero permetterci di costruire un umanoide e quali sono le possibili conseguenze.

Ci sono alcuni spunti interessanti che vado a sottolineare ed analizzare:

1.       Per costruire un “umanoide”, che è poi la forma di intelligenza artificiale più percepibile dagli essere umani che già oggi utilizzano l’intelligenza artificiale senza saperlo (come ad esempio la capacità di una macchina fotografica di riconoscere un volto), servono un insieme di tecnologie diverse che vanno dalla robotica, alla sintetizzazione vocale, al natural language processing alle nanotecnologie e scienza dei materiali, giusto per citarne alcune

2.       In alcuni aspetti siamo già molto più avanti di altri. La robotica mi pare l’area dove zoppichiamo ancora abbastanza mentre nel sintetizzare voci o nello speech recognition siamo già in fase avanzata

3.       Siamo in una fase dove l’intelligenza artificiale potrebbe sostituire l’uomo in molti lavori. Sta probabilmente all’uomo capire se vuole diventare quello che il cavallo è diventato con l’avvento del motore a vapore o se vuole elevare il proprio profilo utilizzando l’AI in modo adeguato

4.       Non ci sono ad oggi grandi guideline intorno a quello che possiamo far fare all’AI e sono contento che sia nato un consorzio che sta scrivendo delle regole. Mi chiedo però se sta nascendo anche un consorzio che controlli che quelle regole vengano rispettate

5.       L’intelligenza artificiale generale (AGI) è un elemento etico da affrontare con le giuste persone al tavolo. La risposta che può essere data da un Intelligenza Artificiale che usa i dati generati dagli utenti per generare a sua volta risposte, può fortemente essere influenzata dal gruppo di persone che generano quei dati. Ovvero: se il mio Robot impara a rispondere guardando quello che dice e fa un gruppo di Milanisti, facilmente il mio Robot in una conversazione mi dirà che Paolo Maldini è stata il più forte difensore Italiano di tutti i tempi. L’esperimento Tay di Microsoft ne è un esempio

Altro spunto interessante da considerare è che grazie ai progressi sempre più “accelerati”, non siamo poi così lontani da poter generare un umanoide. Il ché mi fa contento, a patto che vi siano dei criteri di Sicurezza, Moralità e Limitazioni ben chiari e stabiliti che permettano di rispettare tutti e non nuocere. Nei prossimi mesi\anni sono sicuro che la conversazione ed il tema diventerà sempre più caldo. Per ora, per chi ha del tempo, consiglio caldamente di guardarsi il video 🙂

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“Il tuo account di posta elettronica e scaduto” – Avessero almeno azzeccato il titolo…

Oggi ho ricevuto l’ennesima mail falsa che ha l’obbiettivo di “rubare” le credenziali agli utenti meno attenti.

Il tuo account di posta elettronica e scaduto

Il tuo account di posta elettronica e scaduto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come sempre quando siamo in dubbio, ci sono una serie di elementi che vanno analizzati:

  • Conosco il mittente? In questo caso potrei…
  • Mi si chiede di mettere nome utente e password in un sito Internet? Se la risposta è “SI”, meglio addrizzare le antenne.
  • Ci sono tanti errori di grammatica\ortografia? Beh… nel titolo la “e” dovrebbe essere una “è”, la frase “Grazie al nostro nuovo sistema di aggiornamento a nuovo sistema” non ha troppo senso. Maschile e femminile sono confusi “In modo tale che esso rimanga attiva”… Insomma. SI. Ci sono seri problemi nel linguaggio utilizzato.
  • Il link che mi viene fornito, corrisponde effettivamente a quello di destinazione? Se metto il mouse sopra a https://outlook.live.com/owa… mi compare un indirizzo internet diverso che è smarturl.it.

A questo punto non ci sono dubbi: “Mail da cancellare perché si tratta evidentemente di un falso (e anche fatto male!)”

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Amazon Echo – Il presentatore TV comanda quelli degli altri

Recentemente Stephen Colbert durante il suo programma “The Late Show” ha ricordato quanto successo durante la settimana quando il deejay di un’emittente radio ha attivato involontariamente l’Amazon Echo di migliaia di cittadini americani.

Amazon Echo (e simili) è uno dei dispositivi che vedremo sempre più nelle case. Questo ritrovato della scienza, permette di “parlare” e comandare oggetti smart (pensiamo alle lampadine, termostati…), effettuare ordini via internet (“Comprami la collezione di CD dei Righeira”), ascoltare la musica (dicendo “fammi ascoltare Laura Pausini“) o avere informazioni prese direttamente da Internet (“Com’è il meteo a Treviso domani?”).

Amazon Echo è il dispositivo hardware che ha la capacità di ascoltare e parlare, grazie all’intelligenza software che è stata inserita al suo interno (Alexa).

 Stephen Colbert ha giocato sul fatto che questo dispositivo ad oggi, è in modalità “always on”. Ovvero ascolta in maniera costante in attesa di captare il proprio nome “Alexa”. Nel momento in cui il suo nome viene recepito, l’assistente digitale si attiva per soddisfare l’ordine. Una delle cose però che Amazon a differenza di altri (ad esempio Microsoft con Cortana), non ha fatto, è farsì che amazon Echo si attivi solo se la voce che invoca il nome di Alexa è quella del padrone.

Questo ha dato modo a Colbert di giocare sul fatto che spesso le TV di milioni di Americani sono dislocate nello stesso ambiente dove c’è un Amazon Echo (anche se il dispositivo non è ancora così diffuso) e dunque la sua voce, era in grado di attivare Amazon Echo e fare ordini al posto del suo padrone. Se si pensa che chi utilizza questo dispositivo, molto probabilmente ha concesso ad Amazon di utilizzare la propria carta di credito per gli ordini effettuati vocalmente, la cosa è abbastanza preoccupante.

 Stephen ha così ordinato a nome dei malcapitati possessori di Amazon Echo in ascolto:

·        Alexa imposta una promemoria per guardare “The late night show” con Stephen Colbert ogni giorno della settimana alle 23.30 su CBS per sempre”

·         Alexa ordinami l’Heartquake 1427 woodship con il motore Viper da 200cc pagherò per la spedizione rapida”

·        

·         Alexa spegni le luci, accendi il riscaldamento e suona “Lets get it on” di Marvin Gaye…e fra 9 mesi ordina dei pannolini”

 Non credo che tutti i comandi possano essere stati eseguiti, ma è interessante il risvolto che questo può avere.

Banalmente un ragazzo\bimbo potrebbe causare seri danni se lasciato da solo a giocare con l‘Amazon Echo (aprire porte, ordinare oggetti strani e così via..).

 Di sicuro la tecnologia è interessante e come tutte le cose nuove, presenta grandi opportunità per essere ottimizzata e nuove sfide tecnologiche da risolvere per evitare di trovarsi a casa oggetti improponibili ordinati da sconosciuti.

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BigData e Immigrazione

In questi giorni si parla tanto di attentati, di stato islamico, flussi migratori e di religioni.

E’ interessante ascoltare nei dibattiti politici affermazioni come: “Vieteremo l’ingresso agli Islamici dagli Stati Uniti” (Trump) , “Le politiche a favore dell’immigrazione di massa favoriscono il terrorismo” (Salvini),  “L’unica soluzione è chiudere le frontiere” (Le Pen)…

Ma la cosa più sconvolgente è sapere che ci sono persone che credono a queste affermazioni senza guardare i fatti con una prospettiva più razionale. Rendere evidente ciò che non tutti riescono a vedere, è quello che la tecnologia moderna ci permette già oggi di fare ma che poco viene fatto. In nostro soccorso, vengono tool di Business Intelligence e visualizzazione dei BigData. Pensiamo all’effetto che può avere una rappresentazione grafica di una situazione rispetto al dire: “il 9,5% della popolazione Italiana è di origine straniera”, oppure ancora “il 96% dei Turchi è nato nel territorio da genitori residenti in Turchia”…

Guardando la mappa qui sotto è evidente che non si possono cacciare gli immigrati e che sono parte integrante della società nella quale viviamo (Ricordiamo a Trump che Steve Jobs era figlio di immigrati Siriani). L’immigrazione può favorire lo sviluppo economico (In Svizzera quasi il 30% della popolazione non è di origine Elvetica eppure non mi sembra si stia tanto male in Svizzera). Alcune frontiere poi non possono essere fisicamente chiuse (L’Italia è una penisola per chi avesse qualche dubbio basta guardare la mappa qui sotto). Tutta una serie di frasi populiste che non hanno senso e che possono essere smentite da una semplice mappa creata sovrapponendo dei dati ad una cartina.

Immigrati_Nati_altrove

Mappa generata da Jakubmarian

Ma quanto difficile è generare una mappa del genere? E’ parecchio semplice! Bastano pochi click all’interno di Microsoft Excel e ci sono anche tool online come questo fornito da Google.

I media e chi fa comunicazione, dovrebbero utilizzare molto di più degli strumenti visuali per far capire a tutti cosa realmente sta succedendo.

La tecnologia esiste, la volontà dei media probabilmente non ancora.

 

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L’eredità che perderò: Scam BARR JONATHAN ESQ & il Social Engineering

Oggi mi sono meravigliato nel vedere nella mia cassetta di posta elettronica un messaggio evidentemente falso che la potenza del Machine Learning dovrebbe essere in grado di fermare con facilità. Il messaggio era in Inglese e diceva:

Scam - Barr Jonathan Symonds (Esq).

Ora, la prima cosa che ho fatto per curiosità, è stata quella di verificare su Internet il nome del mittente. Facendo una ricerca è emerso che questo Scam, è vecchio di almeno 8 anni!

 Si tratta di una buona tecnica di Social Engineering , utilizzata per carpire informazioni personali e “far cadere nella trappola” potenziali vittime.

In questo caso l’esca è un’ipotetica eredità lasciata da uno zio mai conosciuto. Chi non vorrebbe avere uno zio sconosciuto, single e ricco che gli lascia tutto il patrimonio?

Il fatto che nel messaggio si faccia riferimento al mio cognome, rende la lettera più credibile agli occhi di chi la riceve. In fine, i soldi rendono la trappola talmente appetibile da portare le persone a rispondere al messaggio (confermando la propria identità) e magari fare un pagamento su un conto alle isole Cayman per procedere con l’iter di recupero del credito. Come va a finire? Il mittente incassa il denaro e sparisce.

Nulla da dire: ben congegnata!

Quello che però mi ha colpito maggiormente è il fatto che questo messaggio non sia stato bloccato dai filtri anti Spam\Scam. Se io che sono un essere umano riesco a capire in pochi secondi che il messaggio è finto e che è dal 2008 che ne circolano delle versioni, come può un servizio e-mail, non riconoscere alcuni particolari del messaggio (come ad esempio il nome dell’avvocato)?

La tecnologia ha ancora dei limiti, che spesso sono dettati dall’essere umano.

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Rivoluzioni Tecnologiche Quotidiane

“Ogni giorno un uomo si sveglia e…”  NON sa che ciò che usa nella vita quotidiana per spostarsi da casa al luogo del lavoro, per fare da mangiare, per gestire la casa, per comunicare con gli amici, per lavorare… è già obsoleto. Nel momento in cui si compra un oggetto tecnologico, esso è già diventato “vecchio”.

Lavoro nel campo della tecnologia da parecchi anni e sono a contatto ogni giorno con prodotti e servizi che diventeranno di uso comune fra qualche anno.

E’ bello scoprire, vedere crescere e sperimentare ciò che domani sarà di tutti e sarà di aiuto, ma allo stesso tempo ci permette di percepire quanto effimera una singola  tecnologia possa essere.

Presto che è tardi

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